Le specie reattive dell’ossigeno (ROS), lo stress ossidativo e gli antiossidanti naturali

Approssimativamente, il 90% dei ROS è generato dai mitocondri cellulari. La disfunzione mitocondriale è caratterizzata da un più alto livello di accumulo di ROS svolgendo, pertanto, un ruolo importante nell’invecchiamento cellulare indotto dallo stress ossidativo.
La disfunzione mitocondriale è altresì fortemente associata a scarse prestazioni riproduttive a causa dell’esposizione elevata e prolungata allo stress ossidativo, che causa una diminuzione della riserva ovarica, apoptosi delle cellule della granulosa, atresia follicolare, anomalie cromosomiche e scarsa qualità dell’oocita.
Oltre ai fattori dietetici, stanno emergendo altri agenti antiossidanti in grado di prevenire l’invecchiamento indotto dallo stress ossidativo migliorando la funzione mitocondriale e dunque la fertilità.


Coenzima Q10
Il coenzima Q10 (CoQ10), un componente liposolubile di quasi tutte le membrane cellulari, si trova nella membrana mitocondriale interna. Il CoQ10 è un componente essenziale per il trasporto di elettroni nella catena respiratoria mitocondriale al fine di produrre l’energia cellulare.
La forma ridotta di CoQ10, noto come ubichinolo, agisce come antiossidante nel metabolismo cellulare. Sebbene il CoQ10 sia sintetizzato praticamente da tutti i tessuti normali, i livelli tissutali di CoQ10 diminuiscono gradualmente con l’invecchiamento.
Gli studi hanno dimostrato che l’integrazione di CoQ10 causa un aumento significativo dei livelli di CoQ10 in alcuni tessuti, nelle ghiandole surrenali e nelle ovaie. Pertanto, la supplementazione di CoQ10 protegge le cellule dai danni indotti dallo stress ossidativo rafforzando anche i sistemi antiossidanti cellulari endogeni.
Il CoQ10 può contrastare l’invecchiamento ovarico
Oaczan et al. hanno identificato gli effetti antiossidanti dell’assunzione di CoQ10 esogeno sulla prevenzione del danno ovarico indotto dallo stress ossidativo e valutato l’effetto protettivo di tale integrazione contro il danno al DNA.
Hanno dimostrato che la supplementazione di CoQ10 può proteggere la riserva ovarica migliorando la funzione mitocondriale, contrastando sia l’invecchiamento ovarico mitocondriale che l’invecchiamento ovarico fisiologico.
Ciò potrebbe portare ad alternative biochimiche per la gestione delle donne con scarsa riserva ovarica durante il trattamento con IVF, ma ulteriori studi sperimentali devono essere progettati per definire il dosaggio e la durata di trattamento ottimali per migliorare gli effetti protettivi dell’assunzione di CoQ10.
Antiossidanti contro radicali liberi
Ci sono altri gruppi di antiossidanti noti per estinguere i radicali liberi. Questi includono vitamine (C, E e β-carotene), alcuni metallo-enzimi tra cui glutatione perossidasi (GPx, contenente selenio), catalasi (CAT, contenente ferro), superossido dismutasi (SOD, contenente rame, manganese e zinco).
L’apporto alimentare di queste vitamine e minerali antiossidanti pregiudica il funzionamento coordinato del sistema antiossidante totale. All’interno dell’ovaio, vari sistemi antiossidanti (costituiti da CAT, carotenoidi, vitamina E e glutatione) lavorano per mantenere il ROS sotto stretta regolamentazione.
La SOD catalizza la decomposizione del superossido in H2O2 e ossigeno, e ha i suoi effetti nelle cellule interne della teca dei follicoli antrali. Le cellule interne della teca a loro volta proteggono l’ovocita durante la sua fase di maturazione dal danneggiamento di ROS in eccesso.
Un altro fattore antiossidante indispensabile per uno sviluppo sano del follicolo ovarico è la transferrina (glicoproteina ferro-chelante) che impedisce la generazione di ROS.
Vitamina D e fertilità
Vi è una crescente evidenza che la 25-idrossivitamina D [25 (OH) D] eserciti molte importanti azioni, specialmente sulle funzioni riproduttive umane. La vitamina D può contribuire al ripristino del ciclo mestruale e alla proliferazione endometriale. Può promuovere lo sviluppo dei follicoli, migliorare la dismenorrea primaria e ridurre l’insorgenza di fibromi uterini.
Recettori della vitamina D (VDR) sono stati identificati nei tessuti riproduttivi femminili tra cui cellule epiteliali dell’ovaio, dell’endometrio e delle tube di Falloppio, placenta e cellule deciduali. La vitamina D attraverso il suo recettore può modulare la steroidogenesi ovarica.
L’espressione di VDR è aumentata durante la gravidanza. Tuttavia, il rapporto tra i livelli di vitamina D e gli esiti di IVF rimane controverso.
Studi sulla vitamina D
Sebbene Polyzos et al. hanno riportato che le donne con insufficiente vitamina D nel siero avevano un tasso di gravidanza clinica inferiore rispetto alle donne con livelli normali di vitamina D, altri studi hanno portato a conclusioni opposte.
Ad oggi, gli studi pubblicati sulla vitamina D e sulle tecniche di riproduzione assistita (ART) hanno riportato esiti postivi in termini di aumento del tasso di gravidanza clinica. Tuttavia, questi studi non sono stati progettati per valutare la relazione diretta dei livelli di vitamina D intrafollicolare locale con la capacità del singolo ovocito di subire la fecondazione e il successivo sviluppo embrionale.
A lungo termine, le concentrazioni locali di vitamina D possono diventare rilevanti per le decisioni cliniche come la selezione dei migliori ovociti e quindi contribuire a migliorare i risultati di IVF / ICSI. Il primo studio su vitamina D e fertilità dopo IVF ha riportato che i tassi di gravidanza erano quasi quattro volte più alti nelle donne che erano vitamina D sufficienti rispetto a quelle che ne che erano carenti […].


