Cosa provoca infertilità maschile?

Anche la funzione riproduttiva maschile, come quella femminile, è un meccanismo complesso che coinvolge organi e tessuti diversi. Tra le cause di infertilità maschile rientrano tutte quelle alterazioni di organi e tessuti responsabili della produzione ormonale nell’uomo.
La più frequente tra queste interessa l’ipofisi, la cui funzione può essere assente o inadeguata e determinare una importante alterazione della produzione di gonadotropine, oltre che dell’LH e del testosterone, con conseguenze soprattutto a carico della gametogenesi e quindi della produzione di spermatozoi.
Cause dell’infertilità maschile
Alterazioni a carico del testicolo possono provocare infertilità nell’uomo. Tra queste, la mancata discesa del testicolo nello scroto con ritenzione in addome è una condizione clinica che prende il nome di criptorchidismo. Se non trattato precocemente, entro cioè il primo anno di vita, col passare del tempo il testicolo subisce dei danni che possono diventare irreversibili e provocare infertilità.
Un’altra delle alterazioni a carico del testicolo associata a rischio di infertilità nell’uomo è il varicocele. Si tratta di una dilatazione delle vene del testicolo che assumono un aspetto particolare definito varicoso. La vasodilatazione provoca un aumento locale della temperatura nel testicolo, che, nel corso degli anni, può danneggiare progressivamente la produzione di spermatozoi e ridurre la fertilità.
Questa condizione si manifesta frequentemente nei giovani, non provoca sintomi e per questo molto spesso è una condizione soggetta ad un significativo ritardo diagnostico. I testicoli possono essere interessati in caso di infezioni, come ad esempio il papilloma virus, il treponema pallidum, la chamydia tracomatis. Il coinvolgimento testicolare può esitare in una significativa inibizione della spermatogenesi e provocare una riduzione della produzione di spermatozoi.
Difficoltà di passaggio e infiammazioni possono ridurre la qualità del liquido seminale
In ultimo sono da tener presenti tutte quelle condizioni che ostacolano il passaggio degli spermatozoi lungo i vari tratti dell’apparato riproduttivo maschile. Si parla di azoospermia ostruttiva, cioè mancanza di spermatozoi per difficoltà di passaggio. I tratti che possono essere interessati sono l’epididimo, i dotti deferenti e i dotti eiaculatori.
Essi possono essere ostruiti per alterazioni della forma presenti già alla nascita, oppure sviluppatesi nel tempo, a seguito ad esempio di fenomeni infiammatori. L’infiammazione della prostata e delle vescicole seminali può alterare la composizione del liquido seminale e ridurne la qualità.
Fattori di rischio dell’infertilità maschile
L’esposizione a fattori ambientali rappresenta un fattore di rischio importante per l’infertilità maschile. Tra le sostanze con maggiore impatto sulla spermatogenesi rientrano pesticidi, solventi, materie plastiche, vernici e radiazioni elettromagnetiche. Oltra a questi il fumo di tabacco danneggia l’integrità del DNA degli spermatozoi e ne riduce numero e motilità. Altri fattori di rischio sono sedentarietà, sovrappeso, obesità, cattiva alimentazione, assunzione di alcolici e droghe.
L’impiego di farmaci chemioterapici per trattare patologie oncologiche può causare sterilità reversibile o irreversibile. Per prevenire le conseguenze di quest’effetto, l’uomo ha a disposizione la possibilità di depositare campioni di liquido seminale presso la ‘banca del seme’ per la procedura di crioconservazione. In ultimo sono da annoverare tutte quelle alterazioni genetiche congenite che provocano infertilità.
dott.ssa Maria Longo, infertilità maschile, Migliorare la fertilità dell'uomo
