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Come implementare la qualità del latte materno?

Qualità latte materno: giovane mamma con in braccio il figlio mentre prepara da mangiare

C’è qualcosa che posso fare per aumentare la qualità del mio latte?

Molte neomamme si preoccupano di non avere una produzione di latte materno sufficientemente abbondante e/o nutriente, questo porta spesso alla decisione di integrare, o sostituire completamente, l’allattamento al seno con latte artificiale.

In generale, l’allattamento naturale è tuttavia preferibile e si può favorire la sua efficacia seguendo alcuni accorgimenti. Assicurarci che le poppate avvengano regolarmente, che la nostra dieta sia sana e mantenerci ben riposate sono alcuni dei punti da seguire per produrre un latte materno buono e abbondante. Prima di allarmarci cerchiamo quindi di capire se stiamo facendo tutto il possibile per favorire la qualità del nostro latte.

Come fare a capire se il latte materno è abbastanza?

Esistono alcuni segnali che possono dirci se stiamo producendo latte materno in quantità e qualità sufficienti. La prima cosa che dobbiamo fare per assicurarci che il bambino sia ben nutrito è controllare il suo aumento di peso settimanale.

Per assicurarci che il confronto sia valido, è necessario scegliere un giorno e un pasto (per esempio il primo allattamento del lunedì) e, prima di quest’ultimo, pesare il neonato. Un aumento di peso di 120-150 g è quello che ci si aspetta in caso di nutrizione sufficiente. Qualora non dovesse essere raggiunta questa soglia è consigliabile rivolgersi al proprio pediatra.

Ulteriori indizi che possono rassicurarci circa l’abbondanza del nostro latte sono che il bambino scarichi frequentemente, di solito dopo ogni poppata, e che faccia pipì diverse volte al giorno.
Un possibile segnale d’allarme, sebbene possa derivare da molti altri disagi di cui il neonato potrebbe soffrire, è l’irrequietezza dell’infante. Se il bambino piange e si lamenta dopo, o durante, l’allattamento è possibile che ciò sia dovuto a una carenza di latte, non sufficiente a sfamarlo.

Quando il latte materno e più nutriente?

La composizione del latte non rimane costante, varia infatti nel tempo in modo da assecondare i bisogni del neonato. Il latte che produciamo nei primi giorni dopo il parto ha un colore tendente al giallo e prende il nome di colostro. Il colostro è estremamente digeribile e, oltre a contenere zuccheri semplici, vitamine e una piccola quantità di grassi, è particolarmente ricco di sali minerali e anticorpi.

Questi ultimi non solo proteggono il bambino dagli agenti infettivi, favoriscono anche la motilità intestinale e l’espulsione del meconio (prime feci del neonato). Le esigenze energetiche del piccolo sono massime durante il primo mese di vita. Per far fronte a questa richiesta, il nostro latte, a partire dal quarto/sesto giorno dal parto, diventa più abbondante e cambia la propria composizione, aumentando la percentuale di zuccheri (lattosio) e grassi.

Questo latte di transizione è molto calorico e viene prodotto fino alla fine della seconda settimana dalla nascita del bambino. Superate le due fasi sopra descritte, si raggiunge lo stato di latte maturo, anche questo ricco di zuccheri e lipidi, caratterizzato dal ben noto colorito bianco. La composizione del latte maturo si mantiene costante fino allo svezzamento.

Cosa stimola la produzione di latte materno?

Durante la gravidanza, grazie alla stimolazione ormonale, iniziamo a produrre il latte materno (colostro) in vista dell’imminente nascita. Dopo il parto diventa però di centrale importanza l’allattamento al seno, è grazie ad esso che il nostro corpo rilascia un ormone, la prolattina, che permette alle nostre ghiandole mammarie di secernere il latte di cui ha bisogno il neonato.

È quindi fondamentale, se si vuole mantenere un’adeguata produzione di latte materno, che le poppate avvengano con una certa frequenza (tra le 8 e le 12 volte al giorno), possibilmente anche di notte, quando la secrezione di prolattina è più alta. Bisogna inoltre stare attenti che non si accumuli troppo latte nel seno, rischiamo che altrimenti venga rilasciato un fattore in grado di inibire la prolattina (Prolactin Inibiting Factor), rallentando quindi l’attività delle ghiandole mammarie; il nostro corpo smette di dedicare energie alla produzione del latte se si accorge che non lo stiamo usando.

Esistono molti altri fattori che influiscono sulla produzione del latte materno e che non devono essere sottovalutati. Assicurarsi di seguire una dieta sana, bere molta acqua e riposare a sufficienza sono suggerimenti che ogni neomamma dovrebbe seguire.
Non si deve infine sottovalutare l’aspetto psicologico: un eccessivo stress può influire negativamente sulla nostra produzione di latte.

È vera la regola che quello che mangia e assume la mamma passa anche al neonato?

La produzione del nostro latte è calibrata in modo da fornire al neonato ciò di cui ha bisogno, non serve quindi seguire una dieta specificatamente pensata per l’allattamento. La cosa migliore da fare è seguire una dieta varia e bilanciata; produrre il latte materno è energeticamente dispendioso e il nostro fabbisogno di calorie e principi nutritivi aumenta significativamente.

Per assicurarci di non essere noi stesse in carenza delle sostanze di cui ha bisogno il nostro piccolo, possiamo inserire nella nostra dieta un integratore alimentare come GRAVIDELLE-Allattamento, una formulazione di vitamine e sali minerali pensata appositamente per le neomamme che scelgono l’allattamento al seno.

Una dieta abbondante è utile a far fronte al dispendio calorico derivato dalla produzione del latte, stiamo però attente a non esagerare con cibi fritti, dolci e insaccati, questi potrebbero aumentarne il contenuto di grassi saturi.

È importante eliminare dalla dieta bevande a contenuto alcolico, questo va a mescolarsi al latte e, per i bambini, non esiste un quantitativo di questa sostanza che possa essere assunto senza rischi. Per lo stesso motivo è preferibile limitare l’assunzione di caffè, cioccolata e , sostanze eccitanti che potrebbero disturbare il riposo del piccolo.

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