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L’astaxantina: il più potente antiossidante naturale. Il suo effetto sulla fertilità femminile.

Ciotola con Astaxantina, potente antiossidante naturale per aiutare la fertilità femminile

L’astaxantina è una molecola che ha dimostrato avere un potere antiossidante fino a 6000 volte più forte della vitamina C oltre che 550 volte più potenti della vitamina E. Ha infatti il più alto valore ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) di tutte le sostanze antiossidanti note ad oggi.

La peculiarità di questa molecola, che la distingue dalle altre sostanze antiossidanti, è data dalla sua capacità di agire contemporaneamente sia sul versante idrofobico che su quello idrofilico delle membrane cellulari. Si diffonde nei tessuti ad alta concentrazione di grasso, tra cui tessuto adiposo e sistema nervoso centrale.

Cos’è l’astaxantina e in quali cibi è contenuta

L’astaxantina è un carotenoide, una provitamina A, e quindi un pigmento rosso porpora facilmente identificabile. I cibi a maggior contenuto sono le carni dei crostacei (gamberi, mazzancolle, granchi etc.) e dei pesci. Esempi tipici di pesci ricchi di astaxantina sono il salmone e la trota salmonata.

L’astaxantina è stata sperimentata come integratore alimentare per migliorare la fertilità nella donna. Tra gli studi condotti ce ne sono alcuni che si sono posti l’obiettivo di capire se questa molecola avesse degli effetti significativi nelle pazienti infertili.

Cosa causa l’infertilità femminile

Tra le cause più frequenti d’infertilità femminile vi sono quelle correlate ad uno scorretto stile di vita e alla presenza di sindrome metabolica. L’insulino-resistenza è uno dei principali aspetti della sindrome metabolica ed è coinvolta anche nell’eziopatogenesi della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), frequente causa d’infertilità anovulatoria.

In queste pazienti lo stress ossidativo contribuisce alla patogenesi dell’insulino-resistenza attraverso l’attivazione di varie chinasi come JNK. L’astaxantina ha dimostrato di migliorare la sensibilità all’insulina e l’assorbimento del glucosio grazie alla sua capacità di modulare la traslocazione del trasportatore cellulare di glucosio GLUT4.

L’astaxantina riduce la concentrazione di ROS

Nelle pazienti affette da PCOS sono state inoltre descritte importanti alterazioni nella follicologenesi. Gli alti livelli circolanti di ormone luteinizzante (LH), esacerbano l’iperandrogenismo ovarico, stimolando la produzione di androgeni nelle cellule della teca. A questo si aggiunge anche la disfunzione intrinseca delle cellule della granulosa. Le specie reattive dell’ossigeno (ROS) giocano un ruolo additivo chiave nell’apoptosi dei follicoli e delle cellule della granulosa.

Molti degli studi presenti in letteratura sull’effetto dell’astaxantina sulla fertilità femminile sono condotti su modelli animali. Dalle sezioni istologiche di ovaie di modelli murini con PCOS si è visto che l’integrazione di astaxantina, in aggiunta o meno alla metformina, riduce il numero di follicoli atresici. Inoltre, si è osservata una riduzione significativa della concentrazione di ROS intracellulare oltre che un significativo decremento del tasso di apoptosi dato dall’aumentata espressione di AKT, una proteina cruciale nei meccanismi di sopravvivenza cellulare.

Il potere antiossidante dell’astaxantina

L’astaxantina ha dimostrato effetti anche a carico delle cellule della teca. L’aggiunta di astaxantina ha mostrato migliorare significativamente la produzione di progesterone in vitro, indicando un suo potenziale ruolo nel supporto della fase luteale.

In ultimo, anche la competenza evolutiva degli ovociti sembra essere implementata dall’integrazione di astaxantina. Studi in vitro su ovociti bovini dimostrano un aumento nel tasso di crescita cellulare, di formazione dell’antro, e quindi di sviluppo follicolare, oltre che della steroidogenesi, quindi di produzione estrogenica. Questi dati suggeriscono un effetto significativo del suo potere antiossidante.

Sebbene la maggioranza degli studi clinici sia stata condotta su modelli animali, le evidenze permettono di ipotizzare un importante contributo di questa molecola nell’ambito del miglioramento di alcuni fattori che influenzano la fertilità femminile.

La dose minima raccomandata è di circa 6 mg/die nella donna ed è consigliata l’assunzione durante i pasti, meglio se ricchi di lipidi.

Bibliografia:

dott.ssa Maria Longo


dott.ssa Maria Longo

dott.ssa Maria Longo

La dottoressa Maria Longo è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele con lode e menzione alla carriera accademica. Medico in formazione specialistica in Ginecologia ed Ostetricia presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia coltiva l’interesse per l’infertilità femminile e metodiche di procreazione medicalmente assistita (PMA), endocrinologia ginecologica, disordini mestruali, endoscopia isteroscopica e chirurgia mini-invasiva nell’ambito della patologia ginecologica.

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