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La fertilità umana è molto fragile e risente del fisiologico invecchiamento cellulare, processo che può essere accelerato da abitudini alimentari e stili di vita scorretti.
Lo stress ossidativo, infatti, impatta in maniera negativa sulla fertilità. Gli antiossidanti rappresentano un’arma efficace per contrastare l’invecchiamento cellulare ed aumentare la fertilità.
Tutte le vitamine con proprietà antiossidanti (vitamine B6, B12, C, D ed E) risultano efficaci nel migliorare la fertilità rendendo la loro assunzione in periodo preconcezionale utile nell’ottenimento della gravidanza.
A tal proposito vi sono molecole con spiccata azione antiossidante quali il Coenzima Q10 e l’astaxantina che sono al momento tra quelle più interessanti per la molteplicità dei benefici che inducono.
È necessario essere consapevoli che il tempo è nemico della fertilità. Nella donna dopo i 35 anni di età peggiora la qualità genetica degli ovociti.
Gli antiossidanti con effetto anti aging supportano la fertilità femminile, ma dopo 12 mesi di rapporti mirati non protetti, se non si ha ancora ottenuto la gravidanza bisogna rivolgersi a specialisti della fertilità.
I giorni in cui si hanno meno probabilità di ottenere la gravidanza sono quelli lontani dal periodo ovulatorio e dai giorni subito prima.
Quindi, la seconda fase del ciclo ed i giorni in cui si ha la mestruazione sono quelli in cui la fertilità si riduce.
In ogni ciclo, i giorni più favorevoli al concepimento coincidono con l’ovulazione ed il periodo che precede la stessa.
Solitamente, se la donna ha mestruazioni regolari, questa fase si colloca 14 giorni prima dell’inizio del flusso mestruale successivo, quindi a metà del ciclo quando il ciclo dura 28 giorni.
La vita fertile di una donna ha una durata limitata, termina ben prima del raggiungimento della menopausa, che si verifica intorno ai 50 anni di età.
Le donne producono, infatti, solo un numero limitato di cellule uovo nella loro vita, fino a quando i follicoli nelle ovaie diventano meno sensibili ai segnali ormonali che inducono la maturazione degli oociti primari.
Una donna al massimo della sua efficienza riproduttiva (20-25 anni di età) e con un setting ideale ha circa il 25% di possibilità concepire per ciascun ciclo ovulatorio.
Dai 35-37 anni si assiste ad un calo dell’efficacia riproduttiva femminile, calo che diventa decisamente più rapido e marcato dopo i 40 anni di età.
Alla base vi è un ovocita invecchiato che può presentare alterazioni di struttura cellulare che non consentono un corretto appaiamento dei cromosomi per il gamete maschile e quello femminile al momento della fecondazione.
Pertanto, vi è una forte correlazione tra l’invecchiamento e l’aumento dell’infertilità.
Il patrimonio riproduttivo di una donna viene già stabilito durante la vita embrionale ed è legato al numero di follicoli antrali che determina la riserva ovarica di una donna.
Questo patrimonio si riduce fisiologicamente con l’avanzare dell’età.
Per sapere se si è fertili è necessario valutare la propria riserva ovarica, mediante il dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH) e/o la conta dei follicoli antrali.
Gli esami da eseguire per valutare la propria riserva ovarica sono: un prelievo di sangue per il dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH) e/o un’ecografia transvaginale mirata alla conta dei follicoli antrali totali.
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