Quali sono gli integratori che possono aiutare a rimanere incinta?
Il cambiamento dello stile di vita e la necessità di stare al passo con i ritmi di una società che viaggia sempre più veloce, ha significativamente modificato l'età media della prima gravidanza che è cresciuta da 25 a 29,5 negli ultimi 20 anni. L’età rappresenta sicuramente uno dei principali fattori che contribuiscono all’infertilità femminile, così come anche lo stress ossidativo cellulare, identificato in maniera unanime dalla comunità scientifica come substrato di varie patologie riproduttive quali endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico, aborto spontaneo e infertilità idiopatica. La prevalenza dei casi di infertilità femminile è aumentata, colpendo ad oggi circa 48 milioni di donne in tutto il mondo, così che prendersi cura della fertilità sta diventando sempre più importante.
Molte coppie si rivolgono a Centri di Procreazione Medicalmente Assistita per sottoporsi a tecniche mediche, più o meno invasive, al fine di realizzare il sogno di diventare genitori. Varie sono le risorse e le strategie a disposizione delle coppie desiderose di una gravidanza. Tra queste un valido strumento è dato da integratori alimentari, che associati ad uno stile di vita sano, costituiscono fattori di successo ed a basso costo. Studi sempre più recenti riguardanti l’implementazione di vitamine con la dieta dimostrano la loro efficacia nel contrastare lo stress ossidativo cellulare, migliorare l’equilibrio ormonale e garantire una corretta ovulazione, aumentare la qualità e la motilità degli spermatozoi, e contrastare l’infertilità in generale.
Alle pazienti in ricerca di gravidanza o a quelle con alterazioni ovulatorie, è indicato prescrivere integrazione con acido folico (400 mcg/die) e una alimentazione ricca di vitamine del gruppo B. Gli alimenti di origine animale sono ricchi di vitamina B12. La vitamina B3 è invece presente in uova, pesce, pollo e latticini, mentre la B6 in cereali integrali, banane, patate, ceci e lenticchie. Tra le più importanti vitamine B, l'acido folico (o vitamina B9) è contenuto negli ortaggi a foglia verde, tuttavia è difficile ottenere con la sola dieta la quantità di acido folico necessaria. L’acido folico interviene nei processi di sintesi e metilazione del DNA e contribuisce alla normale sintesi degli aminoacidi. Inoltre, assieme alla vitamina B12 e B6 concorre al normale metabolismo dell’omocisteina. E’ stato osservato che l’aumentata la concentrazione di folato nel liquido follicolare, riduce quella di omocisteina limitandone i suoi effetti dannosi sulla qualità degli ovociti. Questi meccanismi sono fondamentali nei processi di proliferazione cellulare interessati nel contesto del ciclo mestruale, nella maturazione e selezione dei follicoli ovarici in via di sviluppo e nella crescita cellule endometriali.
L’efficienza dei cicli di turn over cellulare dipende da un delicato equilibrio tra radicali liberi che stimolano la rigenerazione cellulare e sostanze antiossidanti. Questo complesso sistema coinvolge una serie di enzimi che catalizzano reazioni supportate da molecole antiossidanti, quali l’acido ascorbico (o vitamina C) ed il tocoferolo (o vitamina E). Alterazioni nello stile di vita quali assunzione di alcool o fumo di sigaretta, oltre che patologie infettive del tratto genitale possono alterare questi meccanismi e di conseguenza determinare stati di subfertilità. E’ stato dimostrato che, combattere lo stress ossidativo è un metodo eccellente per migliorare la fertilità, in particolare la qualità degli spermatozoi, il microambiente follicolare e la qualità degli ovociti. e questo obiettivo può essere raggiunto incrementando gli antiossidanti a disposizione quali appunto vitaminja C ed E contenute inoltre in alimenti come mirtilli, zucca, carote, spinaci, noci, e tè.
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Tra gli elementi ricchi di omega-3 è importante citare l’Acido docosaesaenoico (DHA), importante componenti dei lipidi strutturali, costituenti le pareti delle cellule, oltre che l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido alfa linolenico (ALA). Questi esercitano un ruolo antinfiammatori e sembrano direttamente correlati a una buona composizione dello sperma e alla salute dell’ovocita.
Recentemente l’interesse per il ruolo della vitamina D nella fisiologia riproduttiva è aumentato considerevolmente dal momento che ad oggi il 20-52% delle donne in età riproduttiva sono carenti di vitamina D. L’ipotesi più accreditata conferisce alla vitamina D un ruolo fondamentale nel processo di impianto poiché i suoi enzimi e recettori sono stati trovati nell’endometrio. La carenza di vitamina D è stata associata inoltre ad anomalie di placentazione, determinanti disturbi ipertensivi della gravidanza con conseguenze sulla crescita fetale. E’ stata dimostrata una correlazione tra normali livelli di vitamina D e successo di impianto dopo embryo transfer nelle donne sottoposte a tecniche di fecondazione assistita rispetto a quelle con livelli di vitamina D bassi. Questo suggerisce un ruolo immunomodulatore della vitamina D che determina un effetto sull’impianto e quindi la probabilità di successo del trattamento riproduttivo. Questa vitamina sembrerebbe migliorare inoltre la qualità del liquido seminale. La vitamina D non si trova comunemente negli alimenti, e per mantenere livelli ottimali difficilmente raggiungibili con una adeguata esposizione solare, molto spesso diventa necessaria l’integrazione farmacologica.
Il magnesio è un minerale che modula il tono e la contrattilità delle fibre muscolari lisce della parete dei vasi sanguigni e dell’utero. La sua azione è caratterizzata dall’ interazione con gli ioni calcio. Il magnesio contribuisce a modulare la pressione arteriosa. Inoltre co-opera nel metabolismo del glucosio e dell’insulina, ormone chiave nel metabolismo del magnesio stesso dal momento che ne facilita il trasporto dal compartimento extracellulare a quello intracellulare. La supplementazione di magnesio va fatta considerando la presenza di un adeguato apporto di calcio. Il calcio, il selenio (contenuto soprattutto in carne, prodotti della pesca, tuorlo d’uovo, latte e derivati) il cromo e lo zinco (contenuto in fegato, carne, latte e derivati, alcuni molluschi bivalvi) sono altresì minerali importanti nel contribuire a molte reazioni biochimiche cellulari.
È bene ricordare che gli integratori, non possono essere intesi come sostitutivi di una dieta bilanciata, che deve prevedere un attento bilancio di assunzione dei macronutrienti, quali carboidrati al 55-60%, lipidi al 25-30% e proteine al 12-15%, e dei micronutrienti, quali minerali e vitamine, e di uno stile di vita sano.
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