Come aumentare la fertilità femminile?

Come aumentare la fertilità femminile?

La decisione di creare una famiglia e di diventare genitori è un passo molto importante nella vita di una coppia. Spesso il percorso per ottenere una gravidanza è più lungo del previsto. Le difficoltà di concepimento costituiscono una realtà di molte coppie. Solo il 15% riesce ad ottenere una gravidanza in meno di tre mesi e il 55% circa dopo un anno; il 30% delle coppie deve ricorrere ad un aiuto.

Un terzo dei casi di difficoltà di concepimento dipende da problemi relativi alla struttura o alla funzione dell’apparato riproduttivo femminile. 


Tra le cause di infertilità femminile si annoverano: 

  • anomalie dell’ovulazione, molto spesso dovuta a Sindrome dell’ovaio Policistico, che colpiscono il 35% delle donne con difficoltà di concepimento
  • alterazione della normale morfologia e del corretto funzionamento delle tube di Falloppio, nel 35% dei casi di infertilià femminile
  • endometriosi nel 20% dei casi 
  • altre cause meno frequenti e talvolta non ben definibili che colpiscono circa il 10% di donne infertili 

L’intensa attività di ricerca in questo campo ha portato alla messa a punto di un certo numero di soluzioni alternative, relative al trattamento delle problematiche specifiche della donna in cerca di gravidanza.


L’anovulazione può essere dovuta ad una insufficienza ovarica intrinseca (genetica, autoimmune o dovuta a trattamenti citotossici come nel caso della chemioterapia) oppure a disfunzioni ovariche secondarie. In quest’ultimo caso si distinguono: 

  • disordini di regolazione delle gonadotropine specifici (iperprolattinemia, Sindrome di Kallman) e funzionali (perdita di peso, esercizio fisico intenso, farmaci, idiopatica)
  • deficit delle gonadotropine (tumore ipofisario, necrosi ipofisaria o trombosi)
  • disordini di azione delle gonadotropine (sindrome dell’ovaio policistico)

Per identificare il tipo di problema che determina una alterata ovulazione, e quindi selezionare il trattamento più adatto alla singola paziente è bene che la donna si sottoponga ad una serie di accertamenti tra cui dosaggi ormonali, visita ed ecografia ginecologica.


Il fattore tubarico rappresenta, la seconda causa di infertilità femminile. Le tube, infatti, sono gli organi che consentono l’incontro tra i gameti femminili e maschili; per fare ciò è necessaria la loro pervietà, l’integrità e la funzionalità della mucosa tubarica e del suo apparato muscolare che ne garantisce l’attività contrattile. Molte donne non si rendono conto di avere un problema alle tube di Falloppio finché non si rivolgono a uno specialista dell’infertilità. 

Le infezioni pelviche e la salpingite acuta sono le cause più frequenti di danno tubarico. Due sono i microrganismi più spesso coinvolti, responsabili di infezioni a trasmissione sessuale: Chlamydia trachomatis, e Neisseria gonorrhoeae. Altre cause possono essere esiti di interventi chirurgici (come l’asportazione della tuba in seguito a una gravidanza ectopica), ostruzioni od occlusioni (prossimali, distali, unilaterali o bilaterali), endometriosi e forme congenite di malformazioni.

La presenza o meno di questi fattori di rischio determina il percorso clinico della paziente nello studio della corretta funzionalità delle salpingi. 

Infatti, in caso di sospetta infertilità legata al fattore tubarico, ma in assenza di fattori di rischio, l’iniziale test di screening a cui dovrà essere sottoposta la donna è l’isterosalpingografia, una procedura radiografica ambulatoriale, o in alternativa la sonoisterosalpingografia. Nel caso in cui fossero presenti fattori di rischio o nei casi in cui permangano dubbi diagnostici, si esegue una laparoscopia con salpingocromoscopia, considerata il gold standard. Questo esame si esegue in anestesia generale e prevede l’iniezione di blu di metilene diluito tramite una cannula che passa attraverso la cervice nell’utero ed entra nella cavità uterina e nelle tube di Falloppio consentendo di valutare la pervietà tubarica. A questo esame si può associare l’isteroscopia per valutare l’interno dell’utero. 


Il meccanismo dell’infertilità associata all’endometriosi è molto complesso. L’endometriosi può infatti condurre a uno stato di sub-fertilità sia in modo diretto, attraverso il danno anatomico degli organi dell’apparato riproduttivo, sia attraverso effetti indiretti quali alterazioni immunologiche, endometriali, o del microambiente ovocitario e peritoneale.

Gli impianti ectopici di cellule endometriali sembrerebbero avere uno spiccato potere antigenico. Alcuni studi hanno dimostrato che questi impianti sono responsabili della formazione di anticorpi antiendometrio capaci di alterare la regolare maturazione delle cellule uNK (cellule di difesa uterine) ed interferire con l’annidamento dell’embrione in utero. Inoltre, tali impianti producono concentrazioni elevate di citochine, che innescano una cascata di meccanismi flogistici con l’effetto finale di proliferazione dei focolai esistenti, angiogenesi e attecchimento dei nuovi impianti endometriosici. A questo seguono quindi alterazione del microambiente peritoneale e dell’anatomia pelvica.


La diagnosi di infertilità inspiegata è una diagnosi di esclusione, applicata a quelle coppie le cui indagini di routine producono risultati normali.

E’ ampiamente dimostrato ad oggi che il principale fattore prognostico per la gravidanza nella fertilità inspiegata è costituito dall’età femminile. 


Alla luce di quanto detto quindi, quali sono le raccomandazioni che ogni donna dovrebbe seguire per migliorare la sua fertilità: 

E molto importante praticare sport in modo equilibrato e seguire una alimentazione varia e bilanciata ricca di frutta e verdura, alimenti capaci di garantire il sufficiente apporto di vitamine e molecole con proprietà antiossidanti. Mantenere un peso corporeo nella norma è fondamentale per non compromettere l’asse ormonale e la funzionalità del sistema riproduttivo nella sua interezza. 

Altri due fattori di rischio che riducono la fertilità femminile sono il fumo e l’abuso di alcolici

Usare le dovute precauzioni per evitare le infezioni sessualmente trasmesse è estremamente raccomandato, dal momento che molte di queste costituiscono la causa principale di alterazioni della normale anatomia pelvica e della funzionalità riproduttiva. La donna non deve sottovalutare questo aspetto e deve rivolgersi al proprio ginecologo in caso di sintomatologia, e comunque eseguire regolari controlli ginecologici.

In caso di soggetti esposti a radiazioni e/o pesticidi e/o altri contaminanti chimici, è estremamente raccomandato fare attenzione a seguire le misure preventive corrette. 

Sarebbe bene cercare di evitare o limitare le cause di stress, in quanto è ampiamente dimostrato che questo altera i normali meccanismi di rilascio ormonale provocandone molto spesso una riduzione se non l’inibizione della funzionalità.

Il fattore età è di cruciale importanza per la fertilità di una donna. La donna in cerca di gravidanza deve tener presente che dopo i 35 anni di età peggiora la qualità genetica degli ovociti e di conseguenza la potenziale competenza embrionaria

Il tempo è nemico della fertilità. Nel caso in cui una coppia in cerca di gravidanza non riesca a concepire dopo 12 mesi di rapporti non protetti deve rivolgersi tempestivamente ad uno specialista della fertilità: il successo di qualsiasi trattamento è strettamente correlato all’età della donna



 

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Dott.ssa Longo

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