Per valutare lo stato di fertilità dell’uomo è fondamentale la visita andrologica e l’esecuzione di esami diagnostici di laboratorio e strumentali.
La visita andrologica si basa su un’accurata raccolta di informazioni relative al paziente. Sarà importante indagare l’eventuale abitudine del fumo, modalità e quantità di consumo di alcolici ed eventuale utilizzo di droghe. Negli ultimi anni è stata dimostrata una importante correlazione tra l’inquinamento ambientale e la riduzione della qualità del liquido seminale nella popolazione maschile. Per questo motivo verranno indagate esposizioni ambientali a sostanze tossiche o temperature elevate associate a specifiche condizioni lavorative. Altri due importanti aspetti da valutare nell’ambito della raccolta anamnestica sono la storia sessuale e riproduttiva. L’esame obiettivo andrologico andrà poi ad analizzare eventuali segni patologici o che, anche se parafisiologici, possono influire negativamente sulla fertilità dell’uomo. Particolare attenzione andrà posta ai testicoli, a carico dei quali si valuteranno segni di infezione, varicocele, infiammazione, morfologia e corretta discesa nel sacco scrotale.
Alla visita specialistica, può seguire l’esecuzione di eventuali esami diagnostici.
L’esame di laboratorio principale all’interno del percorso diagnostico volto a valutare la fertilità maschile è lo spermiogramma. Lo spermiogramma costituisce il caposaldo dell’iter diagnostico della fertilità nel maschio dal momento che costituisce la guida principale grazie alla quale valutare la necessità di altre indagini più specifiche ed orientare il sospetto diagnostico. Questo esame si esegue su un campione di liquido seminale ottenuto mediante masturbazione, raccolto in un recipiente sterile. La raccolta può avvenire nella stessa sede dove il liquido verrà poi analizzato oppure a domicilio consegnando poi il campione in laboratorio entro un’ora. La frazione iniziale dell’eiaculato è quella più ricca di spermatozoi, è per questo molto importante effettuare una raccolta corretta senza perdita di materiale. E’ preferibile effettuare lo spermiogramma dopo un periodo di astinenza sessuale compreso tra i 3 ed i 5 giorni. Un’astinenza inferiore potrebbe influenzare negativamente la concentrazione degli spermatozoi, al contrario un’astinenza prolungata potrebbe interferire negativamente sulla loro motilità e vitalità.
Ad una iniziale osservazione macroscopica in cui si valutano pH, viscosità, tempo di liquefazione e volume dell’eiaculato segue una valutazione microscopica che studia la concentrazione degli spermatozoi, intesa come numero di spermatozoi per ml, la percentuale di motilità e la percentuale di forme normali. La percentuale di spermatozoi vitali risulta di fondamentale importanza soprattutto nei casi di campioni con ridotta percentuale di spermatozoi mobili. Essa viene valutata sulla base dell’integrità di membrana mediante l’impiego di un colorante in grado di permeare le membrane delle cellule morte, oppure mediante l’osservazione del rigonfiamento degli spermatozoi a contatto con una soluzione iperosmotica.
I criteri di interpretazione dello spermiogramma sono standardizzati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicati. Sono stati definiti i valori quantitativi e qualitativi per la definizione di normalità. Per valori inferiori a quelli stabiliti, si parla di riduzione della fertilità, la quale può essere di varia importanza e severità.
Uno dei test che viene spesso associato allo spermiogramma è il test di capacitazione, che prevede di riprodurre in laboratorio quello quello che normalmente avverrebbe allo spermatozoo nell’apparato genitale femminile per valutarne ulteriori aspetti di regolarità. Questo esame viene inoltre molto spesso utilizzato come esame preliminare all’esecuzione di tecniche di fecondazione assistita dal momento che consente di selezionare gli spermatozoi migliori e di renderli potenzialmente fecondanti.
Un’altra indagine di laboratorio che può corredare lo spermiogramma è la spermiocoltura, esame eseguito sempre sul liquido seminale, tramite il quale si va a rilevare l’eventuale presenza di batteri nel liquido seminale.
Il test di frammentazione del DNA spermatozoario permette di valutare la presenza di danni presenti a livello del DNA degli spermatozoi, possibile causa di un non corretto sviluppo embrionale. Un altro esame
Nel caso di riscontro di concentrazioni di spermatozoi molto ridotte o di assenza di spermatozoi, condizione che prende il nome di azoospermia, risulta fondamentale il dosaggio di alcuni ormoni quali FSH, LH e testosterone, cui si può aggiungere l’Inibina B, la Prolattina, l’Estradiolo, l’SHBG e lo studio della funzione tiroidea (TSH ed fT4).
E’ possibile inoltre eseguire lo screening per le microdelezioni del cromosoma Y. La perdita di materiale genetico a livello del cromosoma maschile si associa infatti ad infertilità.
In casi particolari, per escludere una diagnosi di infertilità di natura immunologica, lo specialista può prescrivere l’esecuzione di quello che prende il nome di MAR-TEST. E’ possibile infatti che la produzione di anticorpi anti-spermatozoi sulla superficie dei gameti maschili, danneggi la capacità fecondante dei gameti stessi compromettendone motilità ed integrità. Questi anticorpi potrebbero essere dunque responsabili in alcuni casi di ridottala fertilità maschile.
Un esame strumentale di supporto all’inquadramento diagnostico è l’ecocolordoppler scrotale, un esame non invasivo che permette di valutare in maniera approfondita tutte le caratteristiche dei testicoli, di riconoscere patologie responsabili di infertilità oltre che lesioni testicolari sospette e non palpabili. Permette inoltre di valutare l’eventuale presenza di varicocele, una dilatazione delle vene spermatiche che rappresenta una frequente causa di infertilità maschile.
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